DOCUMENTO DEL COORDINAMENTO NAZIONALE
DEGLI OSSERVATORI ASTRONOMICI E VESUVIANO

(22.4.99)

 

Il Coordinamento nazionale degli Osservatori Astronomici e dell' Osservatorio Vesuviano, vista la bozza di decreto predisposta dal Murst, e considerate le informazioni circa la costituzione di un polo nazionale di geofisica e vulcanologia , esprimono le seguenti considerazioni:

il documento in oggetto ripete in larga misura quanto sinora visto in circa dieci anni di proposte di creazione dell'istituto nazionale;

già nel giugno del 1994, la VII commissione aveva bocciato lo schema di decreto con una serie di rilievi e di raccomandazioni sull'iter che lo steso avrebbe dovuto compiere sotto forma di discussione e partecipazione della comunità scientifica interessata;

tali rilievi e raccomandazioni sono stati peraltro in larga misura disattesi;

difficilmente riesce comparabile l'attività degli Osservatori, enti che svolgono ricerca di base più assimilabile alla fisica teorica, con quella degli altri enti di ricerca dei quali si vorrebbe copiare la struttura.

Peraltro, la bozza individua una forma istituzionale e organizzativa del nuovo ente, che si presenta come ente di ricerca "ad ordinamento speciale" e che mutua alcune decisive peculiarità del modello universitario. Il modello ordinamentale degli enti di ricerca, pur con differenze anche significative da ente a ente, è tuttavia nettamente distinto dal modello universitario.

Si verrebbe qui a delineare una sorta di "terza via" con rischi impliciti di confusione e eccessiva indeterminatezza dei modelli di riferimento.

Da sempre gli Osservatori hanno avuto un forte collegamento con le università, anche a livello legislativo. Nella relazione alle camere del ministro dell'università e della ricerca scientifica (31 luglio 1997) sulle linee per il riordino del sistema nazionale della ricerca scientifica e tecnologica viene riportata l'attuale complessità dell'astronomia in Italia vista la pluralità degli enti, istituti ed università ove essa viene svolta.

Occorre tenere adeguatamente conto dei processi di riordino in corso; visto il decreto del Cnr, è ragionevole ipotizzare che, a breve-medio termine, nasca all'interno del Cnr un forte raggruppamento di Astrofisica, o più probabilmente un Istituto nazionale di Astrofisica, di dimensione e competenze consistenti.

A quel punto da un lato l’astronomia e l’astrofisica e dall’altro la geofisica e la vulcanologia nazionale si troverebbero ognuno con tre distinte istituzioni, separate dai modelli ordinamentali, con barriere alla mobilità, alla circolazione delle risorse umane, con sovrapposizione di compiti; un'ulteriore forte controindicazione, che discende dalla natura di ente ad ordinamento speciale, è il fatto che l'INAF avrebbe una parte di personale contrattualizzato ed una parte decontrattualizzata; ai fini delle coerenze contrattuali e di stato giuridico del personale del comparto ricerca, tale assetto rappresenta una contraddizione difficilmente gestibile sia da parte delle OO.SS., sia da parte dello stesso Murst.

La bozza presentata quindi, al di là delle osservazioni di merito al testo che verranno di seguito esposte, presenta una grande difficoltà sul piano dell'impianto e della scelta di fondo relativa alla costituzione di un ente di ricerca ad ordinamento speciale. Tale difficoltà è a nostro giudizio di tale entità da consigliare di intraprendere una scelta radicalmente diversa: mantenere gli Osservatori astronomici e vesuviano nell'ambito delle università di riferimento, costituendoli in dipartimenti fortemente autonomi e con un coordinamento obbligato per legge, anche eventualmente dotato di propri organi.

A puro titolo di esempio si riporta un possibile schema di norma, mutuato da una proposta presentata in una precedente legislatura: "Gli Osservatori astronomici e vesuviano fanno parte dell'ordinamento universitario. Le relative dotazioni scientifiche e patrimoniali, unitamente al personale, passano alle sedi delle università statali territorialmente competenti come dipartimenti universitari.

All'entrata in vigore della presente legge gli astronomi e vulcanologi, in servizio sono equiparati a tutti gli effetti ai docenti universitari e ricercatori della fascia corrispondente. Le università costituiscono un consorzio interuniversitario obbligatorio per il coordinamento dell'attività di ricerca".

A sostegno di questa scelta si possono inoltre portare i seguenti argomenti:

l'astronomia, la geofisica e la vulcanologia, costituiscono settori della ricerca fondamentale che trovano nell’università un ambiente di forte stimolo e di propulsione per lo sviluppo.

Nell'ambito universitario i problemi del personale verrebbero adeguatamente inquadrati fra quelli di organici assai più ampi, senza aggravamenti di spesa. Anche la funzionalità del personale amministrativo, attualmente disperso, si gioverebbe della più organica e responsabile strutturazione degli uffici universitari. L'assimilazione degli astronomi, astrofisici, vulcanologi e geofisici alla docenza risolverebbe i complessi problemi di stato giuridico-contrattuale che viceversa l'INAF porrebbe. Il restante personale ha già il contratto dell'università.

Le attuali strutture universitarie, istituti e dipartimenti, nonostante le loro carenze, già risultano più democratiche ed efficienti degli OOAA e dell’ OV.

Il carattere multidisciplinare delle problematiche astronomiche, geofisiche e vulcanologiche ha bisogno del più sistematico apporto dei molti altri settori di ricerca presenti nelle università, del più ampio confronto e del sistematico ed insostituibile contributo della didattica.

Lo sviluppo e la realizzazione di progetti strumentali nazionali, o la partecipazione a progetti internazionali, che comunque non sono appannaggio dei soli OOAA ed OV, ma interessano le altre realtà che di astronomia, geofisica e vulcanologia si occupano (Cnr, Università), risulterebbero meglio configurati come risultato di una discussione scientifica multidisciplinare. Ciò potrebbe più consapevolmente condurre alla istituzione delle strutture di coordinamento eventualmente necessarie.

La situazione proposta risolverebbe contestualmente altri due problemi che la bozza contiene, e che andrebbero in ogni caso, a nostro giudizio, affrontati e corretti:

La bozza ipotizza un unico organo di governo che riassume in sé sia le funzioni di indirizzo, programmazione, verifica e, nei fatti, anche di gestione. Nel rispetto dei principi del DL 29/93, si dovrebbe prevedere la separazione delle funzioni, attraverso la costituzione di un comitato scientifico al quale attribuire le funzioni di indirizzo e programmazione scientifica.

La bozza contiene l'indicazione dell'articolazione interna dell'ente, con una strutturazione su non più di tre dipartimenti. A questo proposito si osserva che:

è inopportuno e ridondante definire per legge la strutturazione materiale dell'ente, che dovrebbe essere materia regolamentare;

i dipartimenti hanno un carattere di funzioni "orizzontali"; almeno i primi due di essi hanno valenza tale da potere concretamente divenire, nei fatti, i centri regolatori dell'intera attività, anche prevalendo sugli organi di governo.

Entrambe le obiezioni verrebbero risolte alla radice dalla proposta di inserimento nell'università.