COODINAMENTO  DEGLI OSSERVATORI  ASTRONOMICI
SNUR-CGIL


OSSERVAZIONI SUL RIORDINO DEGLI OSSERVATORI ASTRONOMICI

Il coordinamento nazionale degli Osservatori astronomici si e` riunito il giorno 1 dicembre u.s. per discutere sull'ipotesi di riordino prevista dalla legge 59/97, su cui il MURST sta elaborando una proposta di decreto legislativo e della quale e` circolata una bozza. In assenza di un testo definitivo, il coordinamento, considerato:

Il riordino, pur necessario per la razionalizzazione e il miglioramento della attivita` di ricerca nel campo astronomico e astrofisico, ancorche` parziale (non comprende, infatti, gli istituti del CNR che si occupano di questo campo di ricerca) , deve comportare un potenziamento delle risorse attuali, sia in ordine alle risorse umane che ai finanziamenti destinati agli attuali osservatori, per cui la creazione dell'Istituto nazionale, qualsiasi denominazione assuma, non deve produrre, come risultato della creazione di nuove strutture, riduzioni di finanziamenti a quelle gia` esistenti, ne` quel fenomeno di mobilita` del personale paventato da molti quando si legge che la dotazione organica iniziale dell'Istituto e` costituita dagli organici degli osservatori astronomici e astrofisici.

L'attuale situazione occupazionale va salvaguardata, come pure le prospettive di carriera dei lavoratori attualmente in servizio.

Inaccettabile e` una modifica dello stato giuridico del personale, al di fuori della sede di contrattazione. Solo un accordo sulla definizione dei comparti di contrattazione del pubblico impiego puo` modificare l'assetto attuale che vede inseriti i lavoratori contrattualizzati nel comparto universita` ed il personale di ricerca equiparato, ove compatibile, al personale docente universitario.

La scelta dell'equiparazione con il personale universitario, e` collegata all'esigenza di rendere molto stretto il collegamento tra Osservatori Astronomici e astrofisici con le istituzioni universitarie, essa, in tutta la legislazione preesistente e vigente e` sempre stata confermata e via via aumentata nell'auspicio di mantenere e di potenziare tale collegamento. Non possono pertanto essere accettati arretramenti ne` forme che penalizzino l'interscambio di personale tra le due strutture, penalizzazione che discende immediatamente da clausole che prevedono riduzioni stipendiali per quei dipendenti del nuovo istituto che accettassero di prestare la loro attivita` presso le universita`.

E` ovvio che un vero interscambio si promuove garantendo il mantenimento del trattamento economico, e forse anche con incentivi legati a specifici progetti.

Ma la questione fondamentale del nuovo istituto e` la definizione di norme che garantiscano il dettato costituzionale della liberta` di ricerca, oggi gia` riconosciuta negli attuali osservatori, che dovranno poter contare sia su finanziamenti nazionali e internazionali che su finanziamenti reperiti in sede locale affinche` tale liberta` venga esercitata e non resti solo sulla carta.

Una autonomia in tale senso deve esser riconosciuta a queste postazioni decentrate dell'Istituto nazionale, proprio per garantire la continuita` dell'azione finora svolta.

Autonomia nelle istituzioni periferiche, autonomia dell'istituto nazionale, come previsto dalla legge 168/89, possono essere garantite veramente se vengono rispettate le regole di autogoverno del sistema. Cio` vuol dire che gli organi di governo dell'istituto devono vedere la partecipazione del personale, senza arretramenti rispetto alla attuale strutturazione, in notevole misura derivata da quella universitaria, ed anzi provvedendo ad eliminare dal DPR 163/82 quelle parti che se ne discostino.

Distinguendo, come prevede il decreto legislativo 29/93, la separazione tra funzioni di indirizzo e controllo e funzioni gestionali, l'organo di indirizzo scientifico deve essere sufficientemente ampio da coprire le diverse discipline su cui si incentra l'attivita` dell'istituto. Tutti i componenti della comunita` scientifica dell'istituto devono essere eleggibili ed elettori, mentre l'organo di gestione deve vedere la partecipazione sia del personale di ricerca che del personale tecnico-amministrativo. La tradizione di partecipazione dei lavoratori alle scelte di gestione degli osservatori attuali non deve venir dispersa, anzi va rafforzata, prevedendo tale partecipazione sia negli organi a livello nazionale che in quelli a livello locale.

Sempre alla luce della legge 168/89, e` auspicabile che l'organizzazione interna dell'istituto sia dettata da un atto regolamentare e pertanto non vi devono essere nel decreto legislativo clausole che vincolino l'istituto ad organizzarsi in dipartimenti (definendone addirittura il numero massimo), struttura burocratica che rischia di far fallire la piena funzionalita` dell'istituto.

Il coordinamento si riserva di esprimere analisi piu` dettagliate e proposte piu` concrete non appena sara` disponibile la stesura definitiva della bozza del decreto legislativo.